Thursday, July 17th, 2025

Fit-for-Growth Manufacturing & Logistics Footprint: progettare oggi la rete che sostiene la crescita di domani

Il mondo manifatturiero sta affrontando una nuova normalità: domanda volatile, aumento della complessità di offerta e clienti sempre più esigenti. Gli stakeholder hanno necessità di essere competitivi, veloci e sostenibili nel medio lungo termine. Nel largo consumo in particolare, la varietà di prodotti e formati è esplosa. Negli ultimi 5 anni, le aziende hanno visto una proliferazione delle SKU e riduzione dei lotti medi, generando più cambi formato e meno efficienza. Secondo Euromonitor, il 55% dei retailer fa leva sui multipack per stimolare gli acquisti, e il Food & Beverage è il settore più coinvolto (da solo pesa per il 92% degli imballaggi retail). Il risultato? Volumi frammentati, pianificazione e logistica sotto stress, scorte in salita, servizio a rischio. La sostenibilità non è più opzionale. li trasporto vale fino al 10% delle emissioni globali (MIT Climate Portai). In Europa, il regolamento PPWR impatterà gli imballaggi dal 2026; a livello ONU avanza il trattato sulla plastica. Accorciare le distanze logistiche può dimezzare le emissioni per unità prodotta: rivedere la rete non è solo efficienza, è compliance e sopravvivenza in un contesto sempre più regolamentato. La pressione sui costi è reale. Nei mercati maturi, la logistica può valere il 10-15% del fatturato: ogni punto risparmiato è EBIT. Intanto, con tassi sopra il 5%, il capitale costa caro: gli azionisti puntano a payback in 2-3 anni. Anche una linea produttiva con un orizzonte di 10 anni di vita oggi deve ripagarsi in meno di cinque. Basta soluzioni incrementali: aggiungere o chiudere linee con come unico driver l'obsolescenza delle stesse non basta più. Serve un piano Fit for Growth: rivedere l'intero network produttivo-logistico a 5-10 anni, anticipando anziché inseguire. Le aziende leader stressano scenari evolutivi con diversi mix e volumi, valutano il TCO end-to-end e progettano footprint flessibili, resilienti, sostenibili. Footprint a prova di futuro.

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Quattro decisioni strategiche per plasmare il footprint futuro

Un piano di Fit-4-Growth efficace deve fornire al top management quattro linee guida strategiche per guidare la trasformazione della rete:

Target Network futuro

Quanti impianti e magazzini servono per crescere (o razionalizzare) nei prossimi 5- 10 anni? Quali logiche di aggregazione, ampliamento o specializzazione? Il punto di equilibrio tra scala e flessibilità operativa e logistica si gioca su volumi, mix e prossimità al cliente. Ridefinire la rete è un'occasione per investire dove cresce la domanda, dove emergono nuovi modelli di servizio o dove la prossimità al cliente rappresenta un vantaggio competitivo, e disinvestire dove manca competitività. L'obiettivo: un blueprint industriale "a prova di futuro".

Roadmap di transizione

Dall'assetto attuale alla rete target: ogni tappa deve essere pianificata in termini di costi cessanti, nuovi OpEx e sequenza di investimenti e disinvestimenti. I quick win attivabili nel breve (es. automazione) aiutano a partire veloce, mentre è cruciale il timing di ramp-up/down per garantire continuità durante la transizione. Il risultato è una roadmap chiara, sostenibile e implementabile

Enabler e rischi di esecuzione

Nuove tecnologie, competenze e adeguato change management sono le chiavi per rendere reale il piano, e stimare i relativi costi di attivazione. Ma servono anche misure preventive contro ritardi, vincoli normativi o autorizzativi, impatti sociali o reputazionali, dipendenze critiche da fornitori, etc. Un piano solido di Fit for Growth prevede sin da subito un assesment strutturato di costi di attivazione e azioni di mitigazione (stock di sicurezza, diversificazione dei fornitori, training anticipato).

Contingency e opzioni flessibili

Il futuro è incerto: servono scenari alternativi (+/-20% volumi) e opzioni modulari. Se la domanda accelera, occorre attivare rapidamente capacità produttiva aggiuntiva: co-packing, pruning selettivo, nuove linee. Se rallenta: posticipare investimenti e consolidare i volumi su linee più efficienti. Mantenere un margine di capacità modulare (es. contratti flessibili con co-packer o 3PL) è una polizza operativa contro decisioni impulsive. In sintesi: serve una rete agile, scalabile e pronta a reagire con lucidità. Non basta pianificare: bisogna saper correggere la rotta, senza perdere tempo né capitale.

Dal piano alla realtà: come costruire un Fit for Growth robusto

Le aziende più avanzate progettano la propria rete produttiva e logistica seguendo tre fasi chiave, basate su dati, digital twin e scenari strategici.

Digital Twin: la torre di contro/lo operativa

Si parte con un modello digitale della rete attuale - un Digital Twin - collegato ai driver di domanda e aggiornato mensilmente per riflettere l'evoluzione reale dell'operatività. Il Digital Twin simula volumi, mix, resa, C02, ore macchina e manodopera. Permette analisi "what-if" in tempo reale, anticipa colli di bottiglia e testa impatti su costi, saturazioni e livelli di servizio per singola SKU e stabilimento. Risultato: decisioni data-driven prima di agire fisicamente sulla rete.

Scenari di network: confrontare opzioni con dati

Il Digital Twin abilita scenari alternativi di footprint: consolidamenti, nuovi poli, specializzazione, make vs buy, hub & spoke vs distribuito, gestione in-house o 3PL, etc. Il redesign del footprint rappresenta spesso una svolta di modello industriale e tramite il quale diversi player anno intrapreso recenti scelte strategiche.

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Ogni configurazione è testata su outlook di domanda (bull, base, bear) e valutata con KPI su costi, investimenti, servizio, sostenibilità e fattibilità operativa. Il funnel in 3 fasi filtra le opzioni: si parte largo, poi si affinano stime e si confrontano numericamente i finalisti, scartando di volta in volta gli scenari meno plausibili.

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L'obiettivo finale? Scegliere l'equilibrio ottimale tra efficienza e flessibilità di execution, sulla base di dati oggettivi e simulazioni realistiche.

Commit path: una roadmap a tappe, costruita per decidere solo quando serve

Una volta scelto lo scenario target, si costruisce una roadmap in 4-5 tappe, con no regret moves, da attivare subito in quanto ottimali in ogni ipotesi futura (es. chiusura linea obsoleta), e opzioni "potenziali", più complesse (es. nuovi impianti, internalizzazioni), da sbloccare solo se il monitoraggio in tempo reale di trigger di volumi e KPI lo confermano. Il piano resta modulare e flessibile: massimizza l'NPV, evita investimenti prematuri e consente scelte mirate e rapide, ma solo quando serve.

In sintesi: un piano Fit tor Growth non è statico. È un sistema decisionale vivo, che unisce Digital Twin, scenari evolutivi e roadmap condizionate per guidare la rete anno dopo anno, con lucidità e agilità.

Oltre la teoria: casi reali e lezioni dalla nostra esperienza sul campo

Negli ultimi mesi abbiamo affiancato diverse aziende leader del largo consumo nel ripensare la propria rete industriale e logistica in chiave Fit far Growth.

Una multinazionale del beverage rischiava -25/-35% di volumi in 5 anni in una country chiave, per riallocazioni globali. Il pericolo? Impianti sottoutilizzati e margini erosi. Per coniugare flessibilità operativa e rigore economico, sono stati simulati scenari di domanda - da ipotesi conservative a traiettorie di recupero selettivo - e confrontati con diversi footprint alternativi: da un unico sito baricentrico a configurazioni distribuite o rightsizing selettivo. I risultati:

  • Miglioramento fino a -10% del costo unitario in scenari favorevoli
  • Contenimento tra +10% e +15% nei casi critici (vs. +40% nello scenario inerziale)
  • Soglie operative definite per razionalizzazioni future, mantenendo flessibilità


Un'azienda attiva in un mercato maturo e in declino affrontava mix sempre più complessi (richiedenti nuove tecnologie o soggetti a regolazioni), costi in salita e budget limitato. Sono stati testati cinque scenari, incrociando trend di volume, strategia commerciale, localizzazione produttiva, canali e preferenze di packaging, con valutazione completa di diversi scenari di footprint su TCO, saturazione, competenze e rischi. I risultati:

  • 14M€/anno di saving strutturale
  • 40M€ di one-off evitati
  • Rete più efficiente, sostenibile e allineata al business futuro
    La conclusione? Anche nei contesti più difficili, il valore nasce dalla capacità di prevedere, scegliere e agire al momento giusto - non solo reagire.

Da dove iniziare? Uno sprint di 8 settimane per il Fit tor Growth

Visti i benefici e la complessità delle decisioni, il modo più efficace per un piano Fit for Growth è un progetto di 8-12 settimane (a seconda del size del footprint).

In soli 2-3 mesi è possibile costruire un blueprint di rete, stimare il business case, definire un execution pian modulare e allineare il top management. Ecco come:

Settimane 1-3 I Allineamento strategico & raccolta dati

  • Raccolta di outlook volumi/mix per SKU, innovazioni, target geografici/di canali
  • Definizione degli obiettivi (es. -15% €/pcs, +10% servizio, CO2J.) e vincoli
  • Mappatura della rete attuale (impianti, capacità, saturazione, costi, TCO)
  • Definizione di output attesi: value tree, baseline TCO, criteri di valutazione


Settimane 4-6 I Digital Twin & scenari

  • Costruzione del Digital Twin: rete simulabile su volumi, mix, CO2, saturazione, costi, livelli di servizio
  • Modellazione di almeno 5 scenari opposti (centralizzato/distribuito, razionalizzazione/espansione, etc.)
  • Sensitivity test: variazioni di ±20% domanda, mix, localizzazioni
  • Valutazione delle opzioni flessibili: buffer, 3PL, co-packer, outsourcing selettivo


Settimane 7-9 I Funneling, CapEx & readiness organizzativa

  • Stima dei CapEx/OpEx delle opzioni finaliste
  • Analisi dei vincoli esogeni: traffico logistico, permessi, impatti sociali, accesso a materiali a manodopera
  • Assessment organizzativo e culturale: competenze, mobilità geografica, readiness al cambiamento, impatti sulle persone e piano di change management
  • Processo di funnelling in 3 round progressivi:
    1. Filtro iniziale per identificare gli outsider: allineamento strategico, fattibilità operativa, rischi chiave, impatti sociali, payback di alto livello
    2. Scoring su KPI quantitativi e qualitativi (es., saturazione, TCO, servizio)
    3. Costruzione del modello finale: confronto bull/base/bear con KPls integrati
  • Selezione degli scenari da validare con il board


Settimane 10-12 I Board flash, execution tree & commit path

    • Preparazione del pacchetto decisionale: scenario target, business case, quick win, rischi
    • Costruzione dell'execution pian modulare:
      >85%, break-even, volumi reali)
      • Azioni no regret subito attivabili
      • Decision tree condizionale con soglie di attivazione (es. saturazione
    • Definizione del commit path flessibile in 4-5 fasi, con milestone e trigger
    • Impostazione di un sistema di monitoraggio continuo, con KPI di early warning, rivalutazioni semestrali o su soglie, e governance della trasformazione


Perché ora? Perché il tempo è una leva strategica: partire subito significa creare slancio, generare valore già nel FY2025 e orientare i CapEx 2026-28 su asset realmente strategici. Incertezza e risorse limitate non sono un ostacolo - sono il motivo per agire, anticipando il cambiamento, anziché subirlo.